Politica e Ragione
Caorle, anche quest’anno e ogni anno di più, dimostra di non amare sé stessa. Lo dimostra con la sciatteria con la quale viene gestita la cosa pubblica, con i rimpalli di responsabilità, con la scarsità di lungimiranza nella valorizzazione della proposta turistica e, a mio modo di vedere, nel non riuscire a identificare un target adatto ad una località potenzialmente splendida ma colpevolmente trascurata e vilipesa. Un esempio su tutti, l’abbattimento forsennato e perseguito pervicacemente di piante secolari, peraltro, in punti strategici di richiamo turistico, di cui incredibilmente qualcuno si pone vanto. Sembra che qui il cemento debba trovare necessariamente sfogo e le piante siano un inutile ingombro da eliminare. Far capire ad un sordo ciò che anche se potesse sentire non vorrebbe sentire è impresa impossibile, ma esprimere pareri contrari anche in modo veemente credo sia doveroso. Io vedo una Caorle che di anno in anno impoverisce la qualità dei propri turisti, nella quale furoreggiano venditori abusivi nelle spiagge e negozi gestiti da cinesi o bengalesi fin nel profondo del suo meraviglioso centro fatto di calli e campielli, presumibilmente lasciati fiorire per accontentare un turismo very low cost, le cui iniziative di richiamo sono rivolte a bevitori seriali e che non persegue o lo fa in modo blando, lo spaccio di droga e la enorme diffusione tra giovani e non più giovani. In ogni gioiello turistico sul mare fanno bella mostra i Pini Marittimi, dalla Croazia alla Costa Azzurra, le località più cool per il turismo internazionale sono abbellite e arricchite dalla presenza dei Pinus Pinea che, oltre ad essere bellissime piante, raggiungere i 200-250 anni di vita e fornire ombra e riparo per innumerevoli specie animali, sono tra quelle che producono più ossigeno e abbattono maggiormente gli agenti inquinanti. Dopo aver massacrato piante bellissime in viale Pompei e averle sostituite, anche qui con squilli di tromba senza alcuna vergogna, con gli alberelli della Lego e dopo aver proseguito lo scempio nel primo tratto di Viale S. Margherita, domani proseguirà il taglio sull’ultimo tratto, e visto il fastidio che avrebbero dato in via Gozzi, laterale di viale S. Margherita, facendo immediatamente comprender a colpo d’occhio l’assurdità di aver abbattuto piante già formate, spettacolari, paesaggisticamente arricchenti, per sostituirle con alberelli simil-finti striminziti, verranno abbattute anche quelle. Le motivazioni di questa scelta rimangono pubblicamente oscure, cioè non è stata pubblicamente diffusa la perizia agronomica nella quale si possa evincere la necessità dell’abbattimento di piante secolari. Nemmeno nell’ultimo aggiornamento sulle pagine del sito del Comune di Caorle, si ha il buon gusto di giustificarne l’uccisione, anzi vengono sfoggiati termini come “abbattimento”, nemmeno si dovesse rimediare a chissà quale bruttura. Giova ricordare che l’accezione “secolari”, perfettamente calzante nel caso di questi maestosi alberi, non è determinata dall’età effettiva della pianta, ma dalla sua aspettativa di vita e una pianta secolare assume per definizione una connotazione “monumentale”. L’articolo 7, della legge 14 gennaio 2013, n.10 a questo proposito è molto chiara. È come se qualcuno decidesse di abbattere il campanile del duomo di Caorle perché leggermente “storto”. In effetti le motivazioni addotte da appartenenti alla giunta e leggibili in esilaranti post pubblicati sui due maggiori Gruppi Facebook caorlotti che insieme vantano circa 22.000 iscritti vanno dal “pericolo per i ciclisti” al “resina sulle vetture” al comicissimo “aghi nei tombini”, motivazioni puerili e dettate da malafede, perché in nessun caso, a meno che non si tratti di piante morte o malate, si abbattono piante secolari, in termini di legge e chi lo permette deve assumersene ogni responsabilità. Ma anche se rimanessimo nell’alveo della legalità, cioè anche se tutte le scartoffie prodotte fossero a prova di azzeccagarbugli, rimane la scelta empia di segare via alberi vigorosi, nati quando la maggior parte di tutte le persone che nei succitati gruppi applaudono a questa scelta infelice e suicida, non era nemmeno nata. Persone che si riempiono la bocca di sciocchezze come quella di affermare che la scelta fatta è una scelta “moderna”, che bisogna guardare avanti…,persone che, speriamo, non si rendano conto di quello che dicono, dimenticando di vivere in una città anch’essa monumentale, colma di reperti che legano indissolubilmente Caorle alla Storia e che sono l’unico vero motore turistico alla faccia di tutti i Luna Park ad uso e consumo di stralunati frequentatori di bisbocce. Volete per caso insinuare che la nostra Venezia sarebbe da abbattere in quanto “antica”? Nessuno ovviamente metterebbe in discussione la necessità di riqualificare Viale S. Margherita ma, come dimostrato in mille altri progetti realizzati, per esempio a Lignano, non è stata voluta cogliere la possibilità di tutelare e proteggere, pur rifacendo il manto stradale, i marciapiedi e l’arredo urbano circostante, anziché uccidere. Sembra tra l’altro che il Comune non abbia speso una lira ma che i soldi per la riqualificazione siano arrivati da un Gruppo Bancario che ha finanziato l’operazione, doppia, tripla, vergogna, dato che anche la scusa dei costi di manutenzione elevati non regge più. Il Comune avrebbe infatti potuto inserire, come ha fatto Lignano, nei capitoli di spesa, interventi a tutela degli alberi esistenti, questo sì concetto modernissimo, dato che quelli fighi, non vanno a passare le vacanze e a spendere soldi nelle bolge, ma in posti tranquilli, affascinanti e con tanto verde. L’abbattimento sembra inarrestabile e a meno di ripensamenti improbabili date le note caratteristiche di alcuni soggetti, o di auspicabili ritardi o problemi tecnici, questa giunta domani, reciterà il proprio de profundis lasciando ai posteri il ricordo di un gesto sacrilego compiuto per avidità. Non ne hanno alcun diritto e lo fanno mancando di rispetto a tutta la cittadinanza alla quale, con buona pace dei bugiardi prezzolati, non è mai stato chiesto un parere in merito. Se avessero dignità proverebbero vergogna, ma conscio di non poter sperare in un tale sussulto di onestà intellettuale, mi limiterò a esprimere una mia opinione e a raccogliere intorno ad essa quante più persone possibile. Sono stufo di questo modo cialtronesco di condizionare le vite di un’intera cittadinanza, di leggere i toni spocchiosi di chi si ritiene superiore senza averne alcun titolo. Vorrei poter dialogare con persone la cui Vision contrasti con ciò che sembra si voglia far diventare Caorle, che vogliano uscire dalla logica della massa e del cemento e perseguire la logica della natura caorlotta, di una splendida isola e del suo legame indissolubile con il mare e la pesca, circondata da una unica e splendida laguna, porto antico, millenario, già sede vescovile e legata, molto più di quanto si possa ritenere, a Venezia. Elementi che utilizzati adeguatamente come mezzo di promozione e marketing, convoglierebbero un turismo proveniente da ogni parte del mondo, affascinato dalle sue inimitabili ricchezze, alle quali occorrerebbe affiancare servizi di altrettanta qualità e consentirne la fruibilità 365 giorni all’anno.